Nell'occasione il presidente Mario Draghi ha ricordato che, dopo quella concessa lo scorso dicembre, alla fine del mese di febbraio dovrebbe essere prevista un'altra tranche di aiuti agli istituti di credito, al tasso agevolato dell'1%. Ciò dovrebbe incentivare le banche a concedere prestiti alla clientela ed evitare così che vi sia una crisi di liquidità sul mercato.
L'attenzione quindi è come sempre rivolta verso gli istituti bancari: le banche continueranno "a fare cassa" o modificheranno le proprie politiche di raccolta? Se così fosse, dato che grazie agli aiuti concessi dalla BCE le banche potranno reperire grosse somme di capitali a tassi molto bassi, si potrebbe assistere ad una diminuzione dei rendimenti offerti sui conti di deposito.
Di fatto già nella scorsa pubblicazione avevamo evidenziato come la tendenza generale delle banche sia stata quella di lasciare invariati le condizioni dei propri conti e così è stato anche questo mese. Solo Fineco aveva modificato, rivedendoli al ribasso, i tassi del suo Cash Park.
A Fineco bank oggi si aggiunge Ing Direct che ha diminuito notevolmente i tassi previsti da Conto Arancio: il rendimento del deposito vincolato annuale per importi fino a 50000 euro ad esempio è passato dal 3% al 2,5% lordo. Anche Unicredit ha abbassato in modo significativo la remunerazione di Money plus flexi la quale per le somme vincolate ad un anno è scesa dal 3,85% al 3,25%.
E' quindi possibile aspettarsi che nei prossimi mesi altri istituti rivedranno i rendimenti dei propri conti di deposito, a maggior ragione se le condizioni di mercato miglioreranno ulteriormente.
È questo quindi il momento, per chi fosse interessato a farlo, di sottoscrivere uno strumento di questo tipo, considerato anche che per adesso i rendimenti sono ancora molto elevati.
La convenienza è ancora maggiore se si paragonano i rendimenti dei conti di deposito con quelli ad esempio dei Bot, i quali, dopo il picco raggiunto nel mese di novembre, quando avevano superato il 6%, sono passati nell'ultima asta ad un rendimento del 2,23% dei bot annuali e del 2% per quelli semestrali, ben al di sotto quindi di quelli dei conti deposito che, per somme vincolate a 12 mesi superano anche il 4% netto.
E' bene però ricordare che, quando si decide di sottoscrivere un conto, un aspetto da tenere in considerazione è quello dell'imposta di bollo gravante sul conto deposito. Nella maggior parte dei casi le banche, per invogliare i clienti alla sottoscrizione, si fanno carico di questa tassa ma capita anche che non sia così. Il bollo quindi - in misura maggiore o minore a secondo dell'entità del deposito - va a ridurre quello che poi è il reale rendimento del conto. A tal proposito in tabella, per ogni conto, è possibile trovare un'indicazione relativamente all'imposta di bollo.