Il credito d'imposta sarà fruibile dai soggetti esercenti attività d'impresa (senza limiti dimensionali, settoriali o territoriali) e sarà pari al 50% degli incrementi di spesa in attività di ricerca e sviluppo rispetto all'anno precedente.
Le spese agevolabili riguardano l'attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, secondo la qualificazione espressa dalla disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione.
In dettaglio le spese possono riguardare:
il personale impiegato nell'attività di ricerca e sviluppo;
le quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, di costo unitario non inferiore a euro 2.000, in rapporto alla misura e al periodo di utilizzo nell'ambito dell'attività agevolata e nei limiti delle percentuali di ammortamento fiscalmente deducibili;
i costi sostenuti nelle attività svolte in collaborazione con università ed enti pubblici di ricerca, oneri per ricerca contrattuale e competenze tecniche e per l'acquisizione, anche in licenza, di brevetti.
E' previsto un limite minimo di spesa annua agevolabile di almeno 50.000 euro; e un tetto massimo di 2.500.000 euro.
Per beneficiare del credito d'imposta sarà necessaria apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale, dal collegio sindacale o da professionista iscritto nel registro della revisione legale.
Il credito d'imposta:
potrà essere utilizzato in compensazione di tributi e contributi, mediante modello F24;
non concorre alla formazione del reddito ai fini IRES e del valore della produzione ai fini IRAP
non rileva ai fini della deducibilità degli interessi passivi e delle spese generali, ex articoli 61 e 109, comma 5, del TUIR.
Il credito di imposta dovrebbe essere coperto con 200 milioni annui per il 2014, 2015 e 2015 da recuperare dai fondi Ue.
Per l'attivazione della procedura bisognerà però attendere le definizione della programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali comunitari e l'individuazione dell'incentivo all'interno del programma operativo nazionale (PON).
Sarà un apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze a definire le modalità attuative.