In ritardo le nomine degli organismi di verifica per le Srl: solo 1 su 4 si è dotata nei tempi previsti di un collegio sindacale, sindaco o revisore, con grandi disparità tra Nord e Sud.
Delle 104.000 società di capitale (escluse immobiliari e finanziarie) obbligate a dotarsi di organi di controllo, cioè sindaci, revisori dei conti o collegi sindacali, sono circa 3.800 quelle che potrebbero venire segnalate agli OCRI (Organismi di Composizione delle Crisi d'Impresa) nel 2020 per aver superato gli indici di allerta relativi al patrimonio netto o ai cinque indicatori settoriali individuati dal CNDCEC.
Nel 2021, quando potranno essere indicate anche le altre società, il numero è destinato a salire significativamente.
Sono le stime a cui sono pervenuti il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e il partner scientifico Cerved, applicando la nuova normativa alle società di capitale che hanno depositato i bilanci nel 2017 e nel 2018.
Le società che, stando ai bilanci 2017 o 2018 presenti nel database Cerved, hanno tale obbligo sono 104.570, un cluster rilevante se si considera che, dal prossimo agosto gli organi di controllo dovranno segnalare lo stato di crisi agli OCRI, gli Organismi di Composizione delle Crisi d'Impresa e, in base ai bilanci, il numero di società che potrebbero venire segnalate, con patrimonio netto negativo oppure con il superamento di tutti e cinque gli indici, è pari a 3.830, cioè il 3,7% del campione.
Lo studio ha analizzato altresì le 67.000 S.r.l. obbligate alla nomina dell'organo di controllo e ha evidenziato che solo il 27,6% è in regola, con una netta differenza tra Nord e Sud d'Italia: si va dal 34,8% dell'Emilia Romagna o al 34,7% del Friuli, al 16,4% della Campania e al 14,6% della Puglia.
Nello specifico, la percentuale più bassa riguarda le società più piccole (meno di 50 addetti), che arrivano al 26,5%; le medie (tra 50 e 250 addetti) si fermano al 36,2%, quelle grandi (più di 250 addetti) arrivano al 55,4%.
Si registrano, inoltre, grosse differenze a livello territoriale.
Le Regioni con le percentuali più alte di imprese che si sono adeguate al nuovo obbligo sono tutte quelle del Nord. Ai primi posti della classifica, infatti, ci sono Emilia Romagna (34,8%), Friuli Venezia Giulia (34,7), Lombardia (33,9), Toscana (30,9) e Piemonte (30,6).
In fondo alla classifica, invece, le Regioni del Sud Italia: Sicilia (19,6%), Sardegna (19), Molise (18,3), Campania (16,4) e Puglia (14,6).
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Credito d’imposta per le Zls (Zone Logistiche Semplificate): domande dal 12 dicembre 2024
Sulla rampa di lancio il credito d’imposta per le zone logistiche semplificate (Zls).
Per la fruizione del credito d’imposta per gli investimenti effettuati fra l’8 maggio 2024 e il 15 novembre 2024, da utilizzare in compensazione, è necessario inviare un’apposita comunicazione all’Agenzia delle entrate a partire dal 12 dicembre 2024 e fino al 30 gennaio 2025 in cui sono evidenziate le spese sostenute dall’impresa.
Durante questa finestra temporale è possibile anche presentare una nuova istanza che sostituisce la precedente, o effettuare la rinuncia al credito.
CHECK-LIST Credito d’imposta Zes unica agricoltura. Con certificazione del professionista revisore
Al via la presentazione del modello di comunicazione per il credito d’imposta Zes unica agricoltura. La finestra temporale per l’invio della comunicazione va dal 20 novembre al 17 gennaio 2025.
Le imprese interessate sono quelle che operano nel settore agricolo, forestale, della pesca e dell'acquacoltura nella finestra temporale che va da.
Guida alla compilazione comunicazione integrativa Credito 'Zes unica Mezzogiorno'
Tutto pronto per la comunicazione integrativa legata al credito d’imposta Zes unica nel Mezzogiorno. L’istanza va inviata dal 18 novembre al 2 dicembre.
Una piccola guida commentata al modello di comunicazione integrativa dell’Agenzia delle Entrate che attesta l’avvenuta realizzazione entro il termine del 15 novembre 2024 degli investimenti nella Zes unica.
L’aggiornamento, con provvedimento del 4 novembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate, si è reso necessario per permettere alle imprese di inserire anche gli investimenti aggiuntivi effettuati rispetto a quanto riportato nella comunicazione di prenotazione dei fondi.
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