La fine di un mercato azionario negativo diventa "ufficiale" quando negli investitori inizia l'ottimismo. In questo ciclo, ciò è avvenuto nel 2010. Segue una fase più o meno lunga (e naturalmente intervallata da correzioni) nella quale il sentiment degli operatori è sempre più positivo fino ad arrivare alla vera e propria euforia. La fase dell'euforia è una fase nella quale si compra nella convinzione che tanto il mercato salirà per qualche "storia" che caratterizza quella determinata fase storica dei mercati finanziari. Come abbiamo scritto, la "storia" che caratterizza questa fase è: "tanto le banche centrali…".
La fase della compiacenza è quella nella quale gli investitori si assuefanno a questa situazione. Si fa largo la convinzione che qualcosa di strutturale è cambiato nei mercati finanziari e che i "vecchi" criteri di valutazioni, che "gridano" quanto i prezzi siano folli, non valgano più in questo "nuovo contesto". Sembrerebbe la esattamente la fase che stiamo vivendo.
Dopo o durante questa fase arrivano i primi scossoni sui mercati. Ma presto vengono riassorbiti. Da notare che a metà ottobre c'è stato uno scossone che è stato prontamente riassorbito. Passa ancora un po' di tempo (solitamente qualche mese o qualche settimana) ed arrivano degli scossoni che non vengono riassorbiti. Il mercato inizia ad invertire la rotta, ma c'è la fase della negazione.
Gli operatori credono che sia solo questione di tempo ed anche questi scossoni verranno riassorbiti come quelli precedenti. Ma ciò non accade e avvengono nuovi scossoni. Inizia la fase della paura.
Il mercato entra "ufficialmente" in un periodo negativo (così detto: "orso") e le cose sembrano andare sempre peggio. Si fa largo la fase della disperazione nella quale molti si domandano se "ormai, a questi prezzi" non sia il caso di tenere i titoli, perché le perdite sono troppo elevate. Si pensa che ormai i prezzi sono tornati ragionevoli e non potranno scendere ancora per molto. Ma presto arriva la fase del panico. Ormai si sta facendo largo una nuova "storia" che caratterizza la fase negativa del mercato e che giustifica il fatto di vendere praticamente a qualsiasi prezzo. Arriva la fase della capitolazione e poi dell'avvilimento. Nella fase della capitolazione vendono praticamente gli "ultimi" di quelli che venderanno in questo ciclo e che avevano "tenuto duro". Nella fase dell'avvilimento le persone non vogliono più affrontare l'argomento. Semplicemente non ci pensano più. E' il punto più basso. Da qui inizia un miglioramento del sentiment che riporterà all'ottimismo.
Vedremo nei prossimi mesi, o nei prossimi trimestri, se passeremo presto alla fase della negazione o se dobbiamo ancora esaurire completamente la fase della compiacenza.
di Alessandro Pedone
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