Si tratta di studi già in vigore nel 2008 e che, quindi, andavano sottoposti alla consueta revisione triennale disposta, dalla legge 146/1998 (articolo 10-bis, comma 1), per mantenere costante e attendibile la loro rappresentatività rispetto alle condizioni economiche, ad esempio, di specifiche aree geografiche o di particolari settori di attività.
L'evoluzione ha la finalità di cogliere eventuali cambiamenti strutturali, modifiche dei modelli organizzativi e variazioni di mercato all'interno del settore economico, e presuppone un'attività di analisi e ricerca economica, che viene condotta attingendo a diverse fonti informative, pubbliche e non.
Le fonti pubbliche sono rappresentate da elaborazioni di enti o società che svolgono ricerche di tipo economico statistico (Istat, Banca d'Italia, Infocamere eccetera) e che forniscono dati e informazioni sull'andamento economico dei mercati, sulla struttura e la dimensione dei principali settori economici. Quindi, informazioni più generali.
Vengono poi utilizzate fonti specifiche settoriali (riviste specializzate, partecipazione a seminari e convegni specialistici, pubblicazioni dei principali istituti di ricerca, indagini campionarie eccetera.) che illustrano: l'andamento della domanda, la struttura dell'offerta (sia in termini di tipologie di attività imprenditoriali presenti sia di modelli organizzativi adottati dagli operatori), i canali distributivi utilizzati, il livello di avanzamento tecnologico presente nei processi produttivi, ecc.
Il primo necessario ok al lifting operato nei confronti di questi 69 studi di settore era arrivato dalla Commissione degli esperti, espressasi favorevolmente nella riunione dell'1 dicembre scorso. Adesso, il definitivo, indispensabile, imprimatur ministeriale.
Dunque, 69 gli studi "evoluti": 17 riguardano i servizi, 18 le manifatture, 6 le attività professionali, 28 il commercio. Ci sono, tra gli altri, notai e psicologi, amministratori di condominio e laboratori di analisi cliniche, erboristerie e carrozzieri. Al debutto i "servizi di manicure e pedicure", attività prima assoggettata alla disciplina dei parametri.
r.fo.
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