Mercoledì 11 marzo 2020

Come incidere sui costi dello Studio

a cura di: BDM ASSOCIATI Srl
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Come incidere sui costi dello Studio

Nell'affrontare la gestione dello studio, la comprensione dei propri costi è di vitale importanza.

Infatti, in assenza di dati attendibili, risulterà difficile redigere preventivi, valutare la marginalità dei clienti e definire i criteri di parcellazione. In mancanza di questi dati ricorrere alle tariffe professionali o alle abitudini storiche potrebbe comportare una sottostima degli impegni economici dello Studio. Altresì le proposte economiche potrebbero non essere coerenti con quello che il mercato consente e quindi vulnerabili di fronte alla concorrenza.

Non solo: nell'ottica del miglioramento dei risultati e della razionalizzazione dei processi, non conoscere i fattori che compongono i propri costi impedisce di focalizzare gli ambiti su cui lo studio può realmente incidere.

Infatti, la dolorosa scoperta di coloro che iniziano a valutare il tessuto gestionale dello studio è che, salvo importanti mutamenti dei fondamentali - ad esempio, un forte ridimensionamento del parco clienti -, i costi dello studio non sono significativamente riducibili. Lo studio è infatti composto da persone, le quali rappresentano circa il 75% dei costi se includiamo un costo figurativo dei titolari. A queste si aggiungono i costi di struttura come l'affitto - da rappresentare figurativamente se la struttura fosse di proprietà -, il software e le utenze. Nella gran parte dei casi siamo di fronte a costi piuttosto rigidi, e seppur l'implementazione di azioni correttive mirate possano consentire una razionalizzazione nel tempo, tali azioni non sono affatto semplici e gli effetti non immediati.

Dobbiamo quindi andare oltre ai valori assoluti dei costi per comprendere quali siano gli spazi di manovra per un abile manager/controller di studio. Infatti, questi spazi esistono ed in questo mercato, maggiormente competitivo rispetto al passato, la corretta ingegnerizzazione dei costi sarà un'attenzione cruciale per la generazione di margine. Nella media infatti, i prezzi delle prestazioni si sono ridotti e questo rende necessaria un'attenzione in più per ottenere la corretta remunerazione. Un modo efficace per ottenere questi margini è lavorare sui volumi di lavoro prodotti dalla struttura, nella consapevolezza che ogni attività incrementale gestita, a parità di costi, riduce il costo di tutte le altre. Per esempio: se fosse possibile aumentare i carichi di lavoro del 20%, l'incidenza dei costi su ogni "commessa" si ridurrebbe proporzionalmente, rendendo lo studio più competitivo oltre che aumentando il fatturato.

Questo significa lavorare sull'efficienza e le potenzialità di recupero si manifestano su due fronti principali: i carichi di lavoro e le ore improduttive.

Il primo si manifesta nella legge di Parkinson, economista inglese che teorizzò un concetto molto condivisibile: il lavoro si espande in funzione del tempo disponibile. Esiste infatti una naturale dilatazione dei tempi sul tempo a disposizione e sono sicuro che ognuno abbia numerosi esempi nella propria vita lavorativa. Il reciproco è che esiste una naturale razionalizzazione dei tempi nell'incremento del carico di lavoro gestito. Se la struttura fosse satura causa legge di Parkinson, e non per l'effettiva mole di lavoro, il titolare può intervenire sulla produttività portando nuove opportunità e gestendo con maggiore attenzione gli impegni delle persone.

La comprensione dei tempi di lavoro attraverso un accurato sistema di pianificazione e controllo - timesheet - permetterà allo studio di intercettare le fonti di dispersione di tempi e razionalizzare il lavoro, liberando spazio per nuove opportunità. In questo modo, la struttura potrà beneficiare a pieno delle proprie potenzialità, attivandosi in contemporanea per migliorare le modalità di lavoro e valorizzare le attività.

Il secondo importante ambito in cui il controller dello studio può intervenire è il peso delle attività non produttive, altrimenti dette di studio o generali. Queste sono tutte le attività non legate a un cliente specifico quali la parcellazione, la formazione, i tempi organizzativi, l'attività commerciale o il marketing. Insomma sono quelle attività, a complemento del lavoro per il cliente, che permettono allo studio di operare. Tuttavia, poiché non costituiscono una fonte diretta di reddito, per lo studio rappresentano un "costo" a livello gestionale. Essendo in tanti casi attività molto importanti, queste sono sono un costo necessario, ma non necessariamente incomprimibile: laddove i processi di espletamento delle attività improduttive non siano ottimizzati, difatti, c'è spazio per ridurne i costi.

Per esempio: un processo di parcellazione potrebbe richiedere ad uno studio 1000 ore quando un'altra struttura simile riesce ad eseguire la funzione con altrettanta efficacia nella metà del tempo. C'è quindi spazio per snellire il processo di parcellazione, con l'obiettivo (realistico!) di recuperare 500 ore che lo studio potrebbe reimpiegare altrimenti. Ecco quindi che nella razionalizzazione dei processi improduttivi, lo studio può "comprimere i costi" realizzando risorse reimpiegabili in lavoro per i clienti. A tal fine bisogna avere le idee chiare non solo su quanto sta accadendo all'interno dello studio, ma anche al di fuori: si rivelano dunque cruciali sia la rilevazione dei tempi, sia la conoscenza di approcci diversi - le cosiddette best practices - più efficaci e sostenibili.

È dunque chiaro che un abile controller può modificare in modo significativo i risultati dello studio, sia in termini di competitività, che in termini di qualità del lavoro, generando marginalità attraverso l'efficienza. Una struttura consapevole del proprio operato può intervenire su queste sfaccettature dei costi per garantirsi un futuro, ed un accurato controllo di gestione è il primo passo sulla via della sostenibilità.
AUTORE:
Autore AteneoWeb: Dott. Lorenzo Losi

Dott. Lorenzo Losi

Consulente Direzionale presso BDM Associati Srl – Amministratore di BDM Associati Srl
BDM ASSOCIATI Srl
Il Dott. Losi è esperto in organizzazione, pianificazione e controllo e sviluppo commerciale di studi professionali ed aziende. È Capo Progetto responsabile di oltre 50 progetti all'anno nell'ambito...
dell'organizzazione e dello sviluppo di studi professionali e imprese. Socio fondatore e amministratore di BDM Associati, è responsabile del coordinamento delle attività di BDM e dei progetti sviluppati dai consulenti associati. Docente e relatore in decine di convegni e webinar accreditati dagli ordini professionali provinciali italiani ogni anno riguardo tematiche di recupero produttività, controllo di gestione, organizzazione e sviluppo di studio. Autore di articoli per riviste specialistiche del settore come Ratio Quotidiano, Ratio Soluzioni, Commercialista Telematico, autore della pubblicazione BDM Associati “Manuale dello Studio Professionale”, una guida che espone una lettura del mercato attuale e le misure che possono essere messe in atto per contrastare le difficoltà più comunemente riscontrate.
DOCUMENTI E SERVIZI IN EVIDENZA:
  • TimeSheet Attività dello Studio 2025

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    Programma in MS Excel per il rilevamento dei tempi delle ore lavorate per attività svolte dallo studio nei confronti dei clienti. Il “timesheet” è un modulo di rilevazione del tempo o registro delle ore lavorate per le attività di studio che si svolgono quotidianamente nei confronti dei propri clienti. I “timesheet” possono più o meno complessi a seconda dei dati rilevati.

    a cura di: Studio Meli e Studio Manuali
  • Easy Alert PMI: versione Excel

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    Il “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” impone all’imprenditore di dotarsi di strumenti adeguati per la tempestiva rilevazione dello stato di crisi e per l’assunzione di idonee iniziative.

    In particolare, la norma prevede testualmente che: - l’imprenditore individuale deve adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte; - l’imprenditore collettivo deve adottare un assetto organizzativo adeguato ai sensi dell’articolo 2086 del Codice civile, anche ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative.

    La rilevazione deve essere preventiva e coinvolge, con responsabilità solidale, sia l’imprenditore che gli eventuali organi di controllo.

    a cura di: Studio Meli e Studio Manuali
  • Ricorso avverso avviso di accertamento costi riferiti a compravendita ritenuta fittizia

    Ricorso avverso avviso di accertamento costi riferiti a compravendita ritenuta fittizia

    Per i contribuenti raggiunti da atti impositivi aventi per oggetto contestazioni riguardanti l’utilizzazione di fatture per acquisto di beni riferite asseritamente ad operazione fittizia. si pone il problema di confutare le presunzioni dell’Amministrazione finanziaria provando in giudizio l’infondatezza dell’atto opposto e dimostrare l’effettività della compravendita anche attraverso la produzione di documentazione idonea a provare l’effettiva realizzazione della compravendita oggetto del rilevo, nonché mediante l’ausilio di qualsiasi elemento probatorio tesi a contrastare gli elementi indiziari verbalizzati dai verificatori.
    È stato ipotizzato che l’avviso di accertamento derivi da attività istruttoria eseguita dalla Guardia di Finanza. 

    a cura di: Dott. Attilio Romano
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