Secondo gli ultimi dati Istat, nel mese di gennaio 2023 l’inflazione avrebbe rallentato ulteriormente rispetto a dicembre. Valori sempre a doppia cifra ma che di fatto sancirebbero il superamento del picco nella crescita dei prezzi. Stando all’Istituto di statistica, nel primo mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo è passato dall’11,6% al +10,1% tendenziale, con una crescita mensile del paniere di prodotti che si limita a +0,1%.
A guidare la discesa dell’inflazione è lo stesso elemento che nel corso del 2022 ne ha guidato la fiammata, ovvero i beni energetici. La categoria dei regolamentati è passata da un pesantissimo +70,2% a -12,0% mentre quella dei non regolamentati da +63,3% a +59,3%. La tendenza dei prezzi energetici è particolarmente evidente sul mercato all’ingrosso. I dati GME, il gestore dei mercati energetici, registra per febbraio un Prezzo Unico Nazionale di poco superiore ai 160 €/MWh nel mese di febbraio 2023. Un valore decisamente più elevato rispetto alla media storica (nel 2019, prima della pandemia, un MegaWattora costava circa 52 €) che però costituisce un fondamentale passo avanti rispetto alle quotazioni record del 2022. L’anno scorso il PUN ha sfiorato i 300 €/MWh a dicembre 2022 e superato i 543 €/MWh in agosto. La stessa dinamica si registra anche sul mercato del gas osservando l’andamento del PSV, riferimento per il mercato italiano. La media di febbraio è inferiore ai 60 €/MWh, con una costante discesa nelle ultime settimane. Nel mese di dicembre 2022 le quotazioni erano circa il doppio (116 €/MWh), in agosto 2022 addirittura quasi il quadruplo (233 €/MWh). Sebbene le tensioni strutturali sul mercato rimangano (rigidità nell’offerta di energia elettrica e gas naturale), una stagione invernale eccezionalmente “calda” e il livello degli stoccaggi di gas decisamente superiori a quelli del 2022 ha portato una relativa calma con un equilibrio dei prezzi su un livello inferiore.
Mentre i beni energetici rifiatano, l’inflazione di fondo accelera ulteriormente da +5,8% a +6,0%. Questo indicatore, al netto di componenti volatili come gli alimentari freschi e (appunto) l’energia, è più affine alla realtà dei consumatori e dei beni di più comune acquisto. Essendo questa inflazione trascinata soprattutto dai beni energetici, l’indicatore di fondo segue il tasso di inflazione vero e proprio con un leggero ritardo.
Resta notevole il differenziale inflazionistico tra i beni e i servizi. I primi vedono il loro prezzo salire del 14,1% mentre quello dei secondi soltanto del 4,2%. A dicembre il differenziale tra i due insiemi era del 13%, questo mese solo di 9,9 punti percentuali.
Come recita il commento dell’Istat: “A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo”.
La Legge di bilancio 2025 prevede che le spese sostenute per le trasferte dei dipendenti (spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto effettuati mediante autoservizi pubblici non di linea) siano deducibili per l’impresa e i rimborsi non siano imponibili per il dipendente, solo se i pagamenti sono effettuati con mezzi tracciabili (bonifici, carte di credito o debito, modalità elettroniche, ecc.).
DEDUZIONE NUOVE ASSUNZIONI 2024
Foglio di calcolo per la determinazione della maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni ex art. 4 del D.lgs. 216/2023 e in base alle norme di attuazione previste dal Decreto Ministeriale del 26.06.2024.
CREDITI DEBITI: valutazione costo ammortizzato 2024
Programma in Excel per determinare il valore dei crediti e debiti in base al criterio del “costo ammortizzato”. La riforma introdotta dal D.Lgs. 139/15 prevede, in generale e salvo eccezioni, la valutazione dei crediti e dei debiti non più al valore nominale, ma con il criterio del costo ammortizzato. Infatti ai sensi del nuovo art. 2426 c.1 n.8 del codice civile i crediti e debiti vanno valutati applicando il criterio del costo ammortizzato e tenendo conto del fattore temporale.
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